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Alla scoperta di reclusori, conservatori e ritiri del Mandamento Tribunali

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di Giacomo Cangialosi

Ritiro della Candellara
Venne fondato nel 1447 dietro l’Ospedale di S. Bartolomeo nella cappella della Madonna della Candellara (o Candelora) ed era abitato da clarisse non soggette a clausura. Le donne che vi si ritiravano si sostentavano con i loro lavoretti. Passò quindi nel vicolo del Sant’Uffizio presso lo Steri, vi era un piccolo oratorio per le preghiere personali, e finalmente all’inizio del XIX secolo grazie alla liberalità di alcuni benefattori si arricchì di una chiesa con prospetto sulla pubblica strada e venne ingrandito anche il ritiro con l’acquisto di alcune case limitrofe. Vi abitavano oltre le monache anche fanciulle per “apprendervi i lavori donneschi” che si automantenevano pagando all’istituto solo la pigione per la stanza. Già alla fine del secolo scorso non esisteva più in quanto inglobato nel vicino Hotel de France.

Conservatorio di S. Caterina da Siena
La fondazione nel 1610 fu voluta da Donna Caterina Villaraut, baronessa di Prizzi la quale volle che nobili fanciulle ma povere avessero un luogo dove ritirarsi. La fondazione avvenne utilizzando la sua abitazione in via Porta di Termini (attuale via Garibaldi). Venne edificato il conservatorio e anche una chiesa dove potessero essere svolte le funzioni. Le fanciulle erano affidate a monache che vestivano l’abito domenicano e le ragazze pagavano l’affitto e si sostenevano con il loro lavoro che consisteva nella preparazione di pasta per minestra. Nel 1866 l’istituto non venne soppresso perché considerato opera di carattere sociale ma con l’avvento dei tempi moderni si estinse poco per volta. La chiesa, al centro della facciata, fu rifatta nel XIX secolo, all’interno il coro sull’ingresso protetto da grate e negli altari alcune statue lignee (SS. Crocifisso ed Ecce Homo) di pregio. Oggi è utilizzata dall’opera di Biagio Conte e ospita la sezione femminile.

Conservatorio dello Spedaletto
Così chiamato perchè prima fu ospedale di incurabili e convalescenti venne fondato da Andrea Picone e Leonardo Damigello. Questi due uomini, presi da dispiacere per questi poveri ammalati, costruirono una casa con la Chiesa in via Divisi ma si ignora l’anno esatto di fondazione. Già però nel 1646 si raffreddò il fervore e presumibilmente nel 1655 venne trasformato, con il consenso dei fondatori dell’ospedale, da don Pietro Giardina Teatino in conservatorio per le fanciulle che, per povertà, “andavano la notte raminghe per la città e dormivano nelle pubbliche strade”. All’inizio le ragazze vi andavano solo per dormire, poi vi restarono anche di giorno e vennero divise in due classi: le vergini e “quelle che avevan sofferto qualche disgrazia nell’onore”. Tali fanciulle venivano ricercate la notte da alcuni notabili nelle osterie, nelle bettole, sotto i portici delle chiese e venivano condotte allo Spedaletto. Venivano dette Serve della Vergine Addolorata e vestivano l’abito delle Servite. Già nel XVIII secolo però era utilizzato per l’educazione di ragazze fino all’età di marito o fino alla vestizione monacale occupandosi poi delle nuove ragazze che entravano. La chiesa, ad unica nave e presbiterio, era dedicata alla Vergine Addolorata. Sull’altare maggiore il quadro della titolare. La chiesa e il complesso vennero distrutti per la realizzazione della via Roma anche se alcune strutture resistettero fino all’ultima guerra. Anche in questo conservatorio si vendeva pasta per minestra e la magnesia per l’acidità di stomaco.


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