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Scempio nella chiesa dell’Immacolata Concezione al Capo

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di Giacomo Cangialosi 

Quando, dopo l’Unità d’Italia, venne deciso di edificare un grande teatro lirico presso Porta Maqueda. Venne anche segnato il destino del monastero e della chiesa delle Stimmate insieme a quello di S. Giuliano, mentre di quello di S. Vito si preferì operare una trasformazione radicale. Nel 1875 iniziò la demolizione del monastero delle Stimmate delle Clarisse e della fastosissima chiesa dove si trovavano, oltre a opere d’arte del Serpotta e del Patricolo, anche manufatti di notevole interesse artistico.

Molti di questi oggetti vennero affidati a musei e ad alcune chiese del centro storico: gli stucchi di Serpotta al Museo Nazionale (oggi nella chiesa di S. Maria della Vittoria sotto l’oratorio dei Bianchi), un altare in lapislazzuli alla Cattedrale (cappella di S. Agata), due tele settecentesche alla chiesa degli Scolopi (oggi dispersi), la tela con la Trinità del Patricolo a S. Croce (distrutta dai bombardamenti insieme alla chiesa) mentre armadi da sacrestia, torcieri, credenze e la Sede presidenziale con i 4 sgabelli per i ministri alla parrocchia di S. Ippolito.

Proprio della Sede Presidenziale oggi viene consumato lo scempio. La bella poltrona settecentesca con ancora integra la doratura originale e i cuscini in shantung di seta ricamati in oro si trova da alcuni anni nella chiesa dell’Immacolata Concezione al Capo ed è quì che si è consumato questo “delitto”. Pare sia stata “restaurata” per volere dell’attuale amministratore parrocchiale il quale avrebbe permesso che venisse carteggiata (notizia non confermata) e ridipinta in maniera non idonea. I bei cuscini, su cui sedette anche Giovanni Paolo II durante la visita pastorale a Palermo dei primi anni ’80, sono stati sostituiti da una brutta stoffa rossa che colpisce l’occhio! “Usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”.

Fin quando i nostri beni monumentali saranno affidati in custodia, e ripeto IN CUSTODIA non in proprietà, a individui che non hanno sensibilità artistica? Come può la nostra città tollerare ciò? Ormai anche tali oggetti, considerati precedentemente arte minore, assurgono a importanza storico-artistica perchè segni di un’ epoca e la Sede Presidenziale in oggetto, forse la più bella che c’era in città, è stata irrimediabilmente alterata e menomata nella sua bellezza. E tutto accade perchè qualcuno senza averne alcun diritto, (ripeto i parroci e/o gli amministratori parrocchiali come in questo caso devono solo custodire perchè non sono i proprietari nè degli oggetti nè della parrocchia) si arroga diritti che non gli appartengono.

Oltretutto ho saputo dall’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi, alla quale spetta dare il nulla osta per tali operazioni, che non erano stati informati di questo “restauro”. Si auspica che il responsabile venga interpellato e che vengano presi gli opportuni provvedimenti anche legali (eventualmente con il ripristino, ove possibile, a sue spese).

Sedia presidenziale prima del "restauro" sgabello prima del restauro Sede presidenziale dopo il "restauro"

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