di Giacomo Cangialosi
Conservatorio di S. Lucia detta Badia del Monte
Il conservatorio di S. Lucia venne fondato nel 1531 nel luogo dove si trovava l’antico monastero omonimo dietro la Badia Nuova e poi abbandonato, per l’aria malsana del Papireto, dalle monache che si erano trasferite in quello del Gran Cancelliere. Il detto istituto ebbe assegnate dal Senato alcune rendite: parte di quella del grano, della neve e quella della bacchetta che consisteva nel pagamento da parte delle cortigiane pubbliche di una tassa per vestire “al par delle oneste matrone” (parte di tale gabella era assegnata anche al conservatorio delle Repentite). Nel 1781, però, le fanciulle che vi abitavano vennero trasferite in quello fuori porta Maqueda (odierna via Ruggiero Settimo) da poco edificato e non ancora completato. Architetti ne furono G. Battista Cascione e il Vaccarini ma la definizione avvenne per opera di Francesco Donato Scibona in occasione dell’Esposizione Universale degli anni 1891-92. In quegli stessi anni il piano inferiore venne utilizzato (e ancora lo è) per esercizi commerciali. La chiesa invece, dedicata a S. Lucia, venne iniziata nel 1788. La facciata terminata a metà del XIX secolo è decorata da intagli, vasi di pietra e le statue di S. Lucia e di S. Rosalia. L’interno a navata unica presenta il solito coro all’ingresso e quattro cappelle (due per lato) dove non vi sono particolari opere di pregio a parte un Crocifisso ligneo tardo-settecentesco. Nel presbiterio una tela della stessa epoca di buona fattura raffigurante “L’incoronazione di S. Lucia”. Accanto vi è ancora il Conservatorio dotato di spaziosi e cameroni e cortili dove le fanciulle, a spese del Monte di Pietà, venivano educate, nella dottrina cristiana e nei lavori domestici, da religiose che vestivano l’abito domenicano. Dal 1919 al 2000 l’edificio ospitò una prestigiosa scuola per ragazze della “Palermo-bene” gestita dalle suore salesiane (tranne un breve periodo dopo la guerra, epoca in cui la scuola venne trasferita in altra sede a causa dei bombardamenti). Oggi è proprietà di un’Opera Pia e organizza corsi studenteschi.
Reale Ospizio di Beneficienza
Venne edificato nel Piano di S. Oliva nel 1853 per reale volontà secondo il progetto di Carlo Giachery. Si trova oggi nell’isolato compreso tra via Dante, via Villafranca, via N. Garzilli e via della Giostra. Il 12 gennaio 1858 venne finalmente completato e i ragazzi vi vennero introdotti dal Principe di Castelcicala Luogotenente e l’arcivescovo vi trasferì il SS. Sacramento dalla vicina chiesa dei Minimi. Nell’ospizio erano ammessi orfani illegittimi poveri e i giovani figli di genitori privi di sostanze. Vi si insegnavano varie arti (sartoria, calzoleria, ebanisteria, falegnameria e tessitura) per cui i ragazzi, raggiunta la maggiore età, avevano i mezzi per sostentarsi. La struttura era a due piani con un porticato interno (ancora parzialmente riconoscibile). Nel 1860 Garibaldi lo trasformò in Istituto Militare e primo comandante ne fu il garibaldino Giorgio Tamajo. Durante la Rivolta del Sette e Mezzo nel settembre 1866 venne attaccato dagli insorti e saccheggiato. Negli anni successivi riprese il suo antico ruolo benefico ma nel 1943 venne bombardato e i resti vennero utilizzati in vario modo, non ultimo come parcheggio a pagamento! Oggi restano mura diroccate ricoperte da brutti manifesti pubblicitari che lo occultano parzialmente.